Una
delle cose più odiose che un paese possa fare per la sua gente è quella di
rendere il proprio patrimonio artistico inaccessibile. I musei vaticani sono
una bella storia ma il prezzo del biglietto taglia fuori fette sempre più
grandi di popolazione che decidono saggiamente di spendere quei soldi per
sfamare un figlio piuttosto che regalarli a quei simpatici esserini vestiti di
nero. Parlo dei musei vaticani perchè mi stanno particolarmente simpatici ma il
problema riguarda molta parte dei musei italiani e del mondo. La fruizione
dell'arte è fondamentale. L'accesso ad essa è, secondo me, più cruciale della
banda larga per tutti. Che me ne faccio della banda larga se poi la uso per
andarmi a scaricare l'ultimo film di Muccino o l'ultima meravigliosa canzone di
Pitbull? I buoi sono già scappati. Il proprio senso del bello è stato già
sfasciato a colpi di cazzate. Penso a questo mentre sto seduto per terra nel
grande cortile interno del Museo Nacional de Bellas Artes
di L'Avana (davanti al Museo de la Revolucion, adesso l'indirizzo esatto non lo
so... Chiedete, mica sono un un vigile urbano).
Fa caldo e non mi va di fare
comunella con nessuno. Devo aspettare un'ora e mezza che mia figlia finisca la
prima lezione del suo primo laboratorio di storia dell'arte. 200 bambini divisi
per fasce d'età, seguiti da professori qualificati e pazienti che sviluppano
programmi tematici per orientare i bambini, appunto, lungo percorsi
teorico-pratici relativi all'arte. Questa volta il tema è "Arte e
giochi". Ma in passato si è parlato di arte egizia, di impressionismo, di
scultura. Mi piace. È dichiarata l'intenzione di non voler far emergere le doti
artistiche di nessuno. Quelle se ci sono usciranno fuori altrove. È condividere
le cose belle a fasce d'età per le quali l'alternativa più a portata di mano
sono i culi che Pitbull esibisce nei suoi video come quarti di bue ai mercati
generali. Niente contro i culi, sia chiaro, ma mi sembra così compiuto il senso
di una comunità quando permette di scegliere facilmente, senza dover mettere su
qualche piatto della bilancia ideale, soldi reali, e rinunciare. Già, perché
dimenticavo di dire che tutto questo è gratis. Tutto. Dai fogli su cui mia
figlia ha disegnato i suoi giochi immaginari, ai colori, al prezioso supporto
dei professionisti incaricati. Bello, no? Stavo là seduto e mi ripetevo: bello,
no? E sono dozzine le proposte simili a questa per i bambini havaneri. Pensavo
anche a cose un po' più velenose, in realtà. Pensavo al fatto che la parola
"genio" andrebbe tassata. 100 euro. Vedi come passa la voglia di
usarla. Il genio è raro. È storto e brutto. E si manifesta senza preavviso come
un'erbaccia che trova senso tra due rocce brutte. Una cosa così. 4/5 geni per
secolo. Non di più. Il resto sono umili mestieranti, spesso bravi ma non geni.
Un piccolo fiotto di veleno ma per dire che se nascono 4/5 geni per secolo,
tutti gli altri miliardi hanno il diritto di andare a vedere ciò che hanno
visto quei signori là. Penso al fatto che andrebbe tolto il diritto d'autore. Lo penso, quasi mi convinco, poi penso che dovrebbe essere così per tutti tranne che per i miei libri. Non si dovrebbe fare arte per soldi. Svincolare questi due mondi. Questa me la devo segnare. Che faccio? lo scrivo? Rifletto. Potrei trovare una soluzione patetica dicendo: togliamo il diritto d'autore anche ai miei libri, ve lo concedo, ma parallelamente dateme una mano, il mio numero di Postepay è... Ritorno alla realtà. I bambini sono sudati. I più piccoli fanno un girotondo rumorosissimo, mentre quelli più grandi guardano i primi con una certa sufficienza come a dire: "che noia questi piccoletti..." ma vorrebbero fare il girotondo anche loro. Anche io, tutto sommato vorrei farlo. Al Museo Nacional de Bellas Artes di L'Avana propongono laboratori continui: volendo un bambino potrebbe entrare a 6 anni ed uscire a 15 dopo aver fatto un'esplorazione a 360 gradi del mondo dell'arte. Gratis. Un'alternativa reale a Pitbull e a quei quattro mentecatti del reggaeton. Non credo di aver mai letto questo su Repubblica. E neanche sui più frequentati forum che riguardano Cuba. Lì quintali di materia grigia vengono messi al lavoro su interrogativi esistenziali kierkegaardiani tipo: "Ma se io faccio venì la mi regazza cubbana pe turismo ad Aprilia, poi la posso fa rimanè se la faccio sposà co' mi cognato che sta carcerato?" oppure "Er Samsung 201c5 a Playa me pia solo du' tacche. Nun me dite mo che è corpa dell'imbargo" oppure "Cioè, anhaicapito come stanno i cubbani, mica cell'hanno trasmissioni che danno fastidio come Striscia la notizia o Le iene...".
Questo
è il primo granello di bello che mi andava di regalare. Scomodo il Buddha per
ricordare un'immagine che mi è sempre piaciuta e che riguarda una metafora che
lui usava per descrivere le persone quasi sagge. Diceva: "quelli con poca
polvere sugli occhi". Un granello alla volta la polvere diminuisce, penso
io.