Molti
stranieri sono attratti dalle pratiche religiose relative alla santeria cubana. È sempre
meno raro vedere, che so, austeri banchieri svizzeri vestiti di bianco come
gelatai romagnoli, pieni di bracciali colorati, mentre attraversano l'anno di
iniziazione alla santeria; ex macellai di Cuneo alle prese con una
complicatissima serie di divieti finalizzati alla salvezza del proprio culo:
niente barbabietole prima dell'una; gelati sì, ma solo di soia e mai, dico mai,
il pistacchio; noci in modica quantità, ma senza sgusciarle e da mettere in
bocca con la mano sinistra; non indossare mai un poncho argentino che non ti
sia stato regalato da una vergine.
Al centro di tutto questo c'è il Babalawo,
in genere un ceffo dalla dubbia vocazione, che parla coi morti attraverso il lancio
di una manciata di cozze, che si autoproclama guida spirituale. Tendo a non
prendere sul serio niente di tutto ciò. Ho rispetto per la spiritualità
autentica, la considero una dimensione nobile dell'essere umano, forse la più
nobile, ma qui, in questa strana convergenza di paura, credulità, cialtroneria,
paraculaggine, frode, e di nuovo paraculaggine, non trovo niente, neanche
sforzandomi, da rispettare. Conosco talmente bene questa spazzatura venduta
come religione (sono di Roma, ho studiato per anni in scuole pontificie, so chi
sono i preti...) che riesco a riconoscerla al volo. Monoteismi, politeismi,
sincretismi, animismi, fa lo stesso. È potere,
politica, conta delle anime, quattrini. Piuttosto rimango sempre disarmato e
sorpreso di fronte al bisogno di tutti, dai più istruiti ai più fragili, di
qualcosa che non sia il tutto-qui, di questa terra svuotata da dio e dagli dei,
forse da questi mai abitata, chimica, fisica e poco altro. Personalmente sarei
per il ritorno ad un ateismo di stato ma pare non si possa tornare
"indietro" e quindi andiamo "avanti" coi papi, gli
stregoni, le vergini, Geova e Maometto. In ogni modo l'aspetto rilevante di
tutto questo discorso è il profilo fortemente pratico della spiritualità
cubana. Questo mi piace o, se non proprio mi piace, mi interessa. Quell'essere
sovrannaturale che il cubano interpella è terribilmente vicino, prossimo, quasi
un vicino di casa, comprensibile. Lo è nei modi, nei vizi, nelle debolezze.
Veniamo da un dio inintelligibile, lontano, il rompicapo di se stesso, ingiusto
e quasi indifendibile, tenuto in vita da raffiche di misteri-della-fede come
fossero file mai derubricati per la ragion di stato, ed atterriamo a Cuba a
visitare divinità mercantili, quelle che chiedono un sigaro buono, caramelle,
una gallina, una cena, e allora ti fanno un favore. Una specie
di borsa nera della grazia. C'è l'asfissiante aria stantia della compravendita,
della necessità di non urtare umori, di non far incazzare un santo che ha
l'aria di un bossetto del basso napoletano, quello che ti chiede privazioni e
penitenze incomprensibili solo per rimarcare una volta
in più un
potere che coincide con un giramento di culo. Così, un'aria da quartieri
spagnoli, da Magliana: ambienti maleodoranti e
sacerdoti con la barba di due giorni, in canotta, intermediari di divinità che
sono appena andate a mignotte, che hanno bevuto, che ti chiedono il pizzo. Il
cubano si rivolge a questo o a quel santo come si rivolgerebbe a un padrino,
per fare una giustizia da pianerottolo, per trovare un lavoro migliore, per avere
il visto per l'Italia. Davanti agli sportelli dell'Ambasciata italiana a Cuba
campeggia un cartello che recita: non sarà accettata la documentazione recante
polveri o sostanze. Questo cartello ti apre un mondo. Ti fa immaginare tutta la
filiera della polvere magica: il viaggiatore angosciato, il vicinato riunito,
il babalawo paraculo, l'interrogazione del santo, i lanci nervosi di cozze e
vongole su un tavolo, la sentenza del bossetto: infila una manciata di ossa
tritate nella busta e dormi sereno. Avanti un altro, veloce, che c'ho da fa'.
La cosa che davvero mi coinvolge riguarda gli animali. Non sono un animalista
neanche decente, però ci penso. Dato che molto spesso una cerimonia finalizzata
a leccare il culo a un santo prevede l'uccisione di una marea di animali,
galline, capre, agnelli, io francamente penso che nel 2017 questo sia merda.
Questo antropocentrismo medievale è davvero inaccettabile. Dovrebbe essere
perseguito per legge e basta. È barbarie. Perchè il tuo viaggio in Italia
dovrebbe essere ontologicamente più importante della vita di una capra? Che
cazzo c'entra quella capra con le tue frustrazioni, con le tue sfighe, con le
tue impotenze?
Chiudo
qui. Resta comunque sempre negli occhi, come un'eclissi, l'eclissi della
ragione, l'immagine malinconica di quel ferramenta belga, di quel panettiere di
Malaga, di quell'idraulico di Potenza vestiti come barellieri del San Camillo
che con una determinazione fragilissima, (fragilissima davvero, gli si legge
negli occhi), così conciati mettono in freezer secoli di laicismo conquistato
col sangue e, con un gesto soltanto, mettono la testa nelle chiappe. Perchè la domanda cruciale sul senso della
nostra vita, quella che ci rivolgiamo ogni giorno senza parole, può avere anche
risposte stupide.
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