Scritto di Alessandro Zarlatti
Mi si
permetta un passaggio nella sfera strettamente privata e personale. E quando
mai parlo di altro, alla fine, mi verrebbe da dire? In ogni modo, esattamente
un anno fa iniziava la mia storia con Flabia. Sono ideologicamente contrario
alla celebrazione delle ricorrenze ma si vede che con l'età le cose cambiano, si diventa nostalgici anche dei capelli
che si lasciano dal barbiere, si diventa solenni e patetici.
E allora è da giorni, settimane forse, che aspetto questo primo di
aprile con trepidazione. Primo di aprile la dice lunga su tutto. Sulla lotta
contro gli elementi che come due eroi abbiamo dovuto fare nostra per renderci
veri. Tutto ci suggeriva di lasciar perdere, di cambiare strada, di non fare
sul serio. L'irragionevole differenza d'età ma non soltanto, anche uno straccio
di credibilità che avevo perso lungo la
strada, in mille racconti di me e nelle mille peripezie fuori tempo massimo.
Nel mondo che con una scelta soltanto lei si era messa contro per intero. Il
suo mondo ordinato andato in mille pezzi. Il mio mondo disordinato che voleva
rimanere intatto, quello che rivoltavo come un calzino solo per tirare fuori un
paragrafo decente, una frase, che spremevo quotidianamente in preda a
un'ossessione come se morire in fondo non m'importasse e il futuro fosse
l'allucinazione degli stupidi. Oggi mi sono svegliato canticchiando nella testa
una canzone. S'intitola "Tal vez", ed è
di Juan Formell. Lui aveva uno strano talento. Non era un vocalista ma era un
grandissimo compositore, l'anima dei Van Van, gruppo storico cubano che è rimasto mezzo secolo nei balli e nella testa degli amanti
della salsa. Negli anni 70 aveva scritto e cantato quella canzone. Tal vez. Tal
vez vuole dire forse. È una canzone diversa da tutte
le altre. Parla di rimpianti. Di quel momento esatto, di quell'istante in cui
non ha avuto il coraggio di chiamarla a sé, di baciarla. E allora dice:
"Forse, se ti avessi baciato un'altra volta, forse, ora le cose sarebbero
diverse, avrei un ricordo di te. Ma forse, se ti avessi parlato, amore mio, ora
ti avrei qui accanto a me e sarei felice".Bene, quella canzone la consiglio a tutti ma te la dedico, Flabia. Per intero. E te la dedico proprio perché non parla di noi. Parla del rischio che abbiamo corso. Perché quel bacio noi abbiamo avuto il coraggio di darcelo. Perché la storia delle nostre vite abbiamo avuto la forza di prenderla in mano e di mandarla dove non voleva. Del futuro non sappiamo niente ma del passato sì. E allora questo anno è tutto in quel bacio che hai avuto il coraggio di darmi, che ho avuto il coraggio di darti, sulla linea notturna dell'autobus 27, da Vedado a Playa, in quel primo aprile del 2017 pieno di paure, pieno di sogni, pieno di tal vez.
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