Alcuni
giorni fa abbiamo scoperto, attraverso la soffiata di una nipote, che la nonna
di mia moglie ha un nuovo fidanzato. Lei è una donna che viaggia ben sopra i
settanta, lavoratrice per tutta la vita, lavoratrice ancora oggi. Qui un
fidanzamento di questo tipo non fa notizia. E' più la voglia di sfottere con
battute mostruose che la cosa in sè. Sono partite un paio di telefonate in cui
abbiamo commentato la giovane età del fidanzato (sui cinquanta, l'età mia,
oddio, giovane...), la sua vigoria sessuale, le prestazioni.
Poi la cosa è
morta là. E' molto normale, molto giusto, ecco, giusto, che anche nei pressi
della vecchiaia si abbiano gli stessi bisogni dell'età adulta, non solo quelli
di tipo sessuale ma anche quelli affettivi, di condivisione di uno spazio e di
un tempo. A dire la verità a Cuba, in questa specie di esposizione senza
maschere della carne e dei suoi impulsi, i bisogni sessuali prendono sempre la
prima posizione. Si parla prima di ogni altra cosa di quello e poi, se il cuore
segue, ben per lui. Anzi, si parla poco, non si diventa pornografici, si fa, si
fa, come si fa un respiro profondo, come si fa una buona dormita. Non so
perché, questa vicenda minuscola mi ha fatto ricordare una tizia italiana sui
cinquanta che alcuni anni fa si è affacciata varie volte alla mia scuola.
Viveva qui e praticava discipline orientali tipo new-age. Ogni mattina si
svegliava alle sei, diceva lei, e andava alla playita di 16 a salutare il sole.
La prima volta che è venuta a conoscermi mi ha detto che avevo una buona aura e
mi sono sentito rinfrancato. Lì per lì pensavo alludesse agli effetti della
traspirazione e alle proprietà del mio deodorante, ma no, non era quello. Mi ha
parlato dell'importanza dell'aura ed io ho iniziato ad entrare in
uditivo-interno ed in una specie di depressione sartriana. Di fregnacce
pseudo-spirituali ne ho sentite tante in cinquant'anni e il mio margine di
tolleranza dura circa 48 secondi. Mi ha detto che nella vita precedente era
tipo una gazzella, o un cervo, una renna, non ricordo più, e mi ha suggerito di
mettermi anch'io sulle tracce della mia vita precedente. Le ho detto che non
m'interessava e che mi sembra di aver capito che quando quelli come lei vanno
alla ricerca della vita precedente esce sempre la carta Cleopatra, Napoleone,
una pantera, Cavour, un veloci-raptor. Mai
nessuno ha scoperto di essere stato un batterio nato e morto nello stronzo di un vecchio. Non l'ha presa bene. Ha pensato che fossi uno scrittore
che amava provocare. Quindi, lentamente, ci è passata sopra. Secondo lei il
contatto era stabilito. I suoi occhi, tutto il suo non-verbale per essere
precisi, dicevano altro. Cercavano altro. Quella specie di tormenti spirituali
che si risolvono con una mezz'ora in un motel insieme ad un maestro di ginnastica
di Cosenza. Secondo lei (e forse è vero) uno scrittore te lo porti dalla tua
parte con quattro cazzate: due scemenze spirituali, una citazione suggestiva
(infatti mi ha detto qualcosa di Paulo Coelho tipo: "l'amore è come una
rosa: quanto tempo per coltivarla, quanto tempo per fiorire, quanto tempo per
guardarla, quanto con la bocca in macchina?" da Racconti inediti prima
dell'elettrochoc) e te lo sei messo in tasca. Ecco, io dopo la terza visita ho
ordinato tassativamente di dire che non c'ero per quella lì. Finito. Chiuso.
Alla mia età ti accorgi di quanto il tempo sia prezioso, di quanto ne hai
buttato e quindi fai economia di secondi, di parole, di incontri. Allora basta
con questa roba. Le donne intorno ai cinquant'anni bisogna osservarle con
attenzione prima di aprire la porta. Molte hanno preso la piega spirituale
new-age che è peggio della lebbra. Deviano energie. Deviano bisogni. Non
dobbiamo prenderle sul serio. Non ce la fanno a stare accanto alla loro
vecchiaia, all'approssimarsi della morte, alla loro bruttezza. Quella sarebbe
spiritualità vera, non fasulla, meditazione. Non ce la fanno a dire: ecco, sono
proprio in questo punto, con queste, proprio queste rughe, con questa, proprio
questa angoscia, con questo sapore amarognolo che lasciano gli sguardi non più
ricambiati degli uomini. Qui sono arrivata e da qui parto. Non ce la fanno. E
allora sfociano nei fiori di Bach, nella lettura dell'iride, nella necessità
impellente di sbloccare vagonate di Chakra quasi fossero percorse, sotto pelle,
da una fitta trama di tubature in rame come il radiatore di un Transit. Stimo
ed amo quelle cinquantenni che non ci cascano. Quelle che a cinquanta, a
sessanta, a settanta, riconoscono viva e luminosa la buona vecchia pulsione a
scopare e le rispondono a modo. Non la ingorgano con una secchiata di fiori di
Bach. Riconoscono il bisogno fondamentale di non essere sole, di essere
accudite, di accudire e danno risposte coerenti. Costi quello che costi,
fregandosene di ciò che gli altri possano pensare. E' della propria vita, della
propria schifosa anima, della nostra schifosa felicità che dobbiamo prenderci
cura, no?
Quindi,
tanta normalità, tanta naturalezza nelle scelte di cuore (e non solo di cuore)
della nonna di mia moglie. Così vicina alle cose, alla pelle, all'assenza di
chiacchiere, di fronzoli.
In
ogni modo, credo che un abbozzo di guarigione per le donne afflitte dalla
sindrome new-age potrebbe partire dai seguenti punti:
1) Legarsi
le mani ed autoinfliggersi ferite con le forbici ogni volta che si sente
l'impulso di pubblicare su Facebook una frase di Paulo Coelho. Oppure potete
cercare di fare il seguente esercizio: dovete chiudere gli occhi ed associare
molto rapidamente, molte volte, sempre più velocemente, la faccia di Coelho con
quella di un secchio pieno di merda. E' un esercizio di PNL, funziona. Poco a
poco passa la voglia di citarlo, di leggerlo, di ricordarlo
2) L'aura
non esiste. Punto. Fidati. E' una cazzata. Esiste l'alone, viene sotto le
ascelle e ci sono molti buoni prodotti in commercio per eliminarlo. L'aura è
una fregnaccia.
3) Propongo
una moratoria di 10 anni contro le frasi di Alda Merini. Non è l'unica ad aver
scritto poesie e non è l'unica ad aver sbroccato. Non è letale ma ha bisogno di
un decennio di riposo.
4) Lo
stesso dicasi per Tiziano Terzani. Gran brava persona che però ha creato
mostri. Per disabituarsi dalla lettura come dalla citazione delle sue frasi da
parte di donne over 50 è efficace l'uso del collare elettrico. Tra l'altro
funziona anche se fanno i bisogni in casa.
5) Tassare
i fiori di Bach come gli yacht. Vuoi comprare un fiore di Bach per eliminare la
malinconia? Bene, duemila euro. Con la finanza inferocita e armata di mute di
cani da tartufo alla ricerca di fiori di Bach non dichiarati. Neanche voglio
parlarne del gong tibetano, né della foto dell'aura. Li considero reati penali.
6) Smettila
di salutare il sole. Basta! Non che lo yoga non abbia un senso, ma se hai più
di cinquant'anni si deve creare una commissione di giusti per autorizzarti a
fare il saluto al sole. Lo fai perché in realtà vorresti ricevere le attenzioni
di un giovane torello magrebino e non
sai come dirlo a te stessa? E allora la commissione dice no.
Insomma,
la finisco dicendo che poi un paio di volte sono andato a correre presto la
mattina e sono passato dalle parti della Playita di 16 per sbirciare, per
vedere quella bella immagine stilizzata di una donna che fa il saluto al sole
davanti all'oceano. Bene, c'erano pescatori, ubriachi della notte prima,
ubriachi della mattina, cani, bottiglie decapitate, vapori della notte
precedente, spazzini svogliati, ometti. Ma quella tizia non c'era. Una gazzella
nella vita precedente, forse un cervo, o una renna, ma una bella cazzara in
questa, senza dubbio. Alla prossima.
Nessun commento:
Posta un commento