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giovedì 24 gennaio 2019

Latinoamerica


In questi giorni nei quali si alternano notizie preoccupanti sul Venezuela, quando questi rigurgiti violenti di barbarie tornano su come un cibo mai digerito e mai scelto, fuggo con la mente. Fuggo o ritorno, ancora non so. Un contrappunto malinconico al rumore delle piazze, ai titoli urlati, al pressappochismo, all'incompetenza, al cattivo giornalismo, al fascismo.
Penso a questo splendido pezzo di mondo, il latinoamerica, depredato, spolpato, umiliato, preso in giro, tenuto alla fame, in un'orgia di meccanismi semplici e comprensibilissimi. Altre volte non è così. Faccio fatica a seguire e comprendere per intero le logiche di altre parti del mondo, la macropolitica, la macroeconomia. Non sono neanche un grande appassionato di certi temi, per dirla tutta. Ma qui nel latinoamerica è tutto più semplice. Quasi elementare. Qui gli Stati Uniti si permettono cose che in Italia - per fare il primo esempio che mi viene in mente, con le nostre cento e passa basi Nato a decretare la nostra vergogna - neanche immaginiamo. Un intero continente tenuto a galleggiare nella merda, nelle mani di dittatorelli da due soldi, nelle mani del narcotraffico, di un capitalismo sciatto e mai libero. Un serbatoio di droga e di consumi, una terra selvaggia, proprio oltre il muro di casa, dove gettare rifiuti e disprezzo, dove prendere a due soldi risorse e anime, sogni e futuro. Ci aveva provato. Sono secoli che ci prova il latinoamerica a sollevare la testa. Dai tempi di Bolivar e Martì ci prova, lotta, prende schiaffi e ne dà pochissimi. Ultimamente ci era quasi riuscito. Sette, otto anni fa era un altro clima. C'era il Brasile, l'Argentina, il Venezuela, l'Ecuador, l'Uruguay, la Bolivia, Cuba. Beh, Cuba c'è sempre, grazie a dio. C'era un continente che iniziava a raccontarsi con le proprie parole, con i propri muscoli e la propria intelligenza. C'erano uomini che in Europa attualmente possiamo solo sognare. Lula e Dilma sono persone che la dittatura se la sono sentita sulla pelle, con anni di carcere e torture, e anche Pepe Mujica, ma l'avete sentito parlare? Aprite Youtube e ascoltatelo. E Chavez? Chi era Chavez? Vabbè, Fidel lasciamolo tranquillo, non si disturbano i geni. Un gruppo di giganti. Il latinoamerica stava scrivendo la sua storia. Aveva iniziato.
Parlavo di meccanismi molto elementari qui in latinoamerica e spiego: spero nessuno (eccetto i dementi, che sono molti, purtroppo) segua per più di due sillabe un discorso relativo alla mancanza di democrazia in latinoamerica, vero? Cioè, è chiaro a tutti (tranne che a Saviano che ignora la materia, poretto) che il problema non sta lì ma nella nazionalizzazione delle risorse e nella emersione sopra la soglia della miseria e dell'ignoranza di interi blocchi sociali di straccioni e disperati, ok? Ceffi come Trump o Bolsonaro neanche conoscono i principi-base della democrazia. Dialogano e commerciano con paesi nei quali, se chiedi sigarette al mentolo ti tagliano un testicolo, figurati se gli interessano le garanzie democratiche in Venezuela. È elementare: Chavez ha nazionalizzato lo sfruttamento dei pozzi petroliferi Venezuelani. Punto. Questo è il problema. Gli Stati Uniti sono costretti a comprare la benza dall'altra parte del mondo, in paesi politicamente e culturalmente assurdi, dove, per tenerli buoni e sotto botta, devi mettere in piedi una guerra ogni due mesi. In paesi dove l'egemonia russa è forte e giochi sempre fuori casa. Punto. Lo stesso vale per il Brasile. Una delle primissime cose che ha garantito quel mentecatto di Bolsonaro è l'apertura di Petrobras. Solo a Saviano mettono sotto il naso il giochino della democrazia perché si diverta e scriva minchiate. Qui la partita è un'altra. Mi dispiace dirlo, ma qui la democrazia non è l'emergenza. Qui prima devi salvarti il culo. Prima devi fare e rifare guerre di liberazione. Ripeto, fare e rifare. Quelle che noi abbiamo fatto nell'ottocento. E oggi non vai a riprenderti un paese con i fucili a stantuffo, qui hai contro chi ti blocca l'economia, chi ti fiacca la tua gente con una valanga di informazioni false e sbagliate, chi ti mette contro pure tua madre. Guarda il Brasile, é incredibile il capolavoro che sono riusciti a mettere in piedi per far votare quell'ebete di Bolsonaro. Quasi li ammiro. Un paese prevalentemente alla fame in cui Lula e Dilma avevano fatto miracoli per dare dignità a milioni di esseri umani che marcivano nelle miseria più nera ed analfabeti, ha creduto che Bolsonaro facesse il miracolo. Che? Ma quale cazzo di miracolo? Ben che vada tornate ad essere manodopera da due soldi, carne da cannone, più facilmente bassa manovalanza della malavita che da Bolsonaro si sente garantita. Un governo liberista, di destra,  - come lo vogliamo chiamare? I nomi non contano, alla fine - sta solo a garantire il capitale. Punto. Difende coi denti privilegi e posizioni di forza. Arricchisce gruppi ristretti di persone a discapito di tutto il resto. Costruisce un'impalcatura immensa di informazione e opinione deviata perché la supposta entri e venga sentita da ognuno come un piacere. Elementare. Tragicamente elementare. Amici brasiliani, godetevela tutta la supposta, adesso!
Quindi, riassumendo, il Venezuela oggi perché ha il petrolio (secondo giacimento del pianeta) e Chavez un giorno ebbe il coraggio di dire: questa è roba nostra, perché un bene nazionale così pregiato deve essere nelle mani di stranieri? Quando finiranno col Venezuela preparatevi a sentir parlare della Bolivia. Lì non sono tutti dei simpaticoni indi col flauto e il poncho (o forse sì e mi stanno pure simpatici) ma c'è anche il più grande giacimento di Litio del mondo, indispensabile per la fabbricazione delle batterie, di componenti informatiche, ecc. Ovviamente Evo ha nazionalizzato i giacimenti di Litio del paese. Credo che fra un po' si comincerà a parlare dell'inaccettabile dittatura di Evo Morales... Daje! E ci saranno plotoni di simil-Saviano a dichiarare inaccettabile la dittatura di quel selvaggio in Bolivia.
Bene, da straniero qui (e dove non sono straniero?) non posso che dire che il latinoamerica è altro, è migliore. Se non sembrasse un discorso fascista mi viene da dire che la razza latina è superiore. Secoli di dominazione economica e culturale anglosassone ci hanno fatto vedere cose sbagliate. Il vero terzo mondo di questo pianeta sono gli Stati Uniti, col loro capitalismo disperato, cialtrone e selvaggio. Guardateli in faccia e dovrebbe bastare. Ma se non bastasse spogliateli dei loro orpelli, di quella vernice di superficie che inganna, dei loro orologi, dei loro vestiti, delle loro macchine, delle loro pistole, di Hollywood e e dei troioni di regime. Spogliateli e restano degli omuncoli. Quelli che qui in latinoamerica non durerebbero mezza giornata, dove uomini veri gli darebbero schiaffi veri, dove le donne nemmeno li guarderebbero perché sono brutti da far spavento. E poi non sono felici. Ricordatevelo sempre: gli americani non vi perdonano la vostra felicità. Cose elementari, ancora: la vostra felicità e la vostra leggerezza. Le vostre scopate e i vostri balli, la vostra capacità di essere al mondo e le vostre inarrivabili profondità. Vorrebbero annullarli, rendervi niente, brutti come loro. Difendetevi. Difendetela la vostra bellezza e la vostra terra. Dall'altra parte della pistola c'è un mondo che non vale un dollaro, un uomo che non vi ama.

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