In
questi giorni fa caldo qui all'Avana...bella notizia: fa sempre caldo. Sì, ma in
questa stagione è un caldo ancora più difficile: pioggia, poi sole, poi una
specie di nube umida irrespirabile che si solleva e tu muori. Al massimo
sopravvivi. È così. Meno macchine, meno traffico e quella specie di intimità
per le strade, quelle cadenze da paesino, il rumore dei passi, il cigolio delle
bici. Siamo in un passaggio difficile per l'economia del paese. L'embargo
violento come non lo è mai stato costringe tutti ad una rinnovata resistenza.
Figurati, tutti pronti da sempre. E questa volta più pronti di sempre.
Due
sere fa ho visto il film Joker. Ho ancora nelle orecchie e negli occhi quella risata triste,
(macché triste, disperata) del protagonista. Un grido per me.
Leggo che si tratta
di un film che preoccupa le istituzioni americane per la troppa violenza. Si
parla di volanti della polizia all'uscita delle sale. Strano. Ripasso il film
con la memoria e ricordo di aver visto poco sangue, alla fine. L'industria
cinematografica statunitense ci ha abituati a macellerie ben più terribili,
horror, splatter, cagate così. Qual è il problema allora? Cosa preoccupa? Il
problema è che - mi sembra evidente - non si tratta di un film d'intrattenimento.
Non si tratta di una cazzatella con un personaggio dalla doppia personalità, il
buono e il cattivo, il bene e il male. No. Joker parla di attualità. Molto
meglio e molto più crudamente di un'interminabile diretta della Cnn. Joker
racconta il tempo che fa. Oggi. Adesso. Parla della violenza silenziosa delle
società ingiuste e squilibrate. Parla della solitudine di classe, quella che ha
smesso di riconoscersi come classe sfruttata e umiliata e allora la sua diventa
angoscia esistenziale, disagio, malattia individuale. Parla della cifra
violenta, ineliminabile, strutturale del modello sociale e politico che governa
gran parte del nostro mondo. Quella risata disperata risuona intatta, molto più
in là dei confini di quel paese bastardo che detta le regole al pianeta, nel grido delle popolazioni indigene dell'Amazzonia che si vedono
bruciare casa, nei silenzi di miliardi di persone perplesse che assistono
all'agonia lenta (ma non lentissima) di un pianeta, risuona nei tuffi finali di
migliaia di poveracci che perdono la vita su assurde zattere, risuona nella
fragilità degli schiavi moderni che ad
ogni latitudine, qui in latinoamerica come nel nord, come in Europa, vengono
"liberamente" condotti a votare i Trump, i Bolsonaro, i Macrì, i
Lenin Moreno, i Salvini. Vabbè, Salvini è un altro conto: un po' come era il
dentone dei Brutos, quello che beccava sempre le sberle. Un caso umano. In ogni
modo, il film è pericoloso, pericoloso davvero. Cosa succede se certe fasce
sociali smettono di essere il buffone di corte? Cosa succede se il pagliaccio
decide di non voler più un posto assegnato, un'umiliazione continua. Se decide,
insomma, di non essere più il bubbone di una malattia che, alla fine, non lo
riguarda? Succede che si ribella. Buona, vecchia ribellione. Armi in mano e
sana ribellione. Rivoluzione in certi casi. Lotta di classe, te la ricordi?
Come faceva? Come faceva la nostra canzone? Coscienza di classe e poi lotta. Bene, i nemici sono fortissimi.
Un prodotto commerciale come un film ci metti niente a neutralizzarlo. Una sventagliata di talk
show, una bella dose di Fake news, una valanga di meme su Facebook, distrazioni
varie, qualche guerra giusta e passa tutto. Ma non so... non so... Non posso che
sperare nel buon senso delle nuove generazioni... Ops, che dico "buon
senso"? Spero nella follia, nel cattivo senso dei cosiddetti giovani.
Spero fortemente nella loro cattivissima strada. In qualunque gesto che i loro
stronzi genitori possono disapprovare.Intanto c'è Cuba. C'è sempre. Che ti sorprende come un calciatore di cui credevi di aver visto ogni millimetro di talento. Come Totti, fai conto, che da vecchio lo vedevi illuminare spezzoni di partita contro la logica, contro l'età, contro le previsioni, contro tutto. Come Cuba, contro tutto. Come sempre. Lei e il suo nemico gigantesco che come Davide contro Golia ha la pazienza, il coraggio e la forza di rimettersi in piedi e di combattere. Meglio ancora, di ritrovarsi. Sì, proprio di ritrovarsi. L'anima intendo, l'anima di questo paese che negli ultimi anni mi sembrava più opaca e debole. È tornata. A darci coraggio. È un'anima contagiosa che dà forza anche a pessimisti spompati come me. È possibile. Ce la possiamo fare. Ce la faremo. È possibile contrastare la tristezza umana, la violenza, l'arroganza, l'ignoranza con la forza dell'umanità. È possibile immaginarsi come una comunità che si rimbocca le maniche e non si piange addosso. È possibile far diventare carne i principi, farli diventare azioni, condotte quotidiane, scelte individuali. È difficile ma è possibile. Per tanti versi quell'idiota di Trump, con la sua politica, ha ricostruito un paese. Povero coglione. Non sa quanto Cuba sia più Cuba adesso. Quanto sia tutto più chiaro a tutti. Quanto siano più sciatte e scoperte le insidie delle Fake news, delle finte inchieste da Miami, dei comici a gettone, dei tormentoni montati ad arte. Vi leggiamo bene, perché sappiamo leggere meglio di voi, e ci fate ridere. Qual è il problema? Qualche fila in più per la benzina? Difficoltà nel trasporto pubblico? Mancano prodotti nei negozi? Non è una gran novità. È da decenni che è così. È una guerra. Guerra, è chiaro? Una guerra mai finita. Neanche con Obama era finita, e il cubano lo sapeva. Si trovano rimedi. Rimedi a tutto. Si consuma di meno. Si va in bicicletta. Sticazzi, dicono a casa mia. Sticazzi. STICAZZI. E si ride, sì, si ride, perchè a Cuba si ride profondamente. Si ridono le risate che voi avete smesso di fare da parecchio. Quelle di cuore, quelle dei bambini. Le vostre sono le risate di Joker, quelle senza allegria, senza vita, senza futuro.
#AlessandroZarlatti
#Joker
#Cuba
#FakeNews
Innamorati all’Avana.
RispondiEliminaInnamorati dell’Avana
Amore a prima vista.
“Al cuor non si comanda!”
E ci mancherebbe: comandare al cuore.
Comandare? Puh, che schifo!
Diciamola tutta.
Innamorarsi delle difficoltà è il massimo dell’amore.
W l’amore e gli attributi che lo esaltano.
https://www.youtube.com/watch?v=V8Zh2Yj_kDg
Innamorati all’Avana.
RispondiEliminaInnamorati dell’Avana
Amore a prima vista.
“Al cuor non si comanda!”
E ci mancherebbe: comandare al cuore.
Comandare? Puh, che schifo!
Diciamola tutta.
Innamorarsi delle difficoltà è il massimo dell’amore.
W l’amore e gli attributi che lo esaltano.
https://www.youtube.com/watch?v=V8Zh2Yj_kDg
Grandioso, al solito.
RispondiEliminaGrandioso...
RispondiEliminaGrandissimo Zarlatti. Ma scriverlo mi provoca imbarazzo: è come scrivere grande Hernest. Io sono niente. Quindi mi scuso. Mi inchino.
RispondiElimina