La sera del primo di giugno ho partecipato,
come ogni anno, alla consueta festa della repubblica italiana che la nostra
ambasciata giustamente celebra con sfarzo. Se i primi anni in cui stavo a Cuba
vivevo emotivamente questo evento, oggi sento una certa fatica, la fatica della
maniera, della ripetizione di rituali, delle solite facce.
Forse sono
semplicemente più vecchio. Alla fine ci vado per vederle quelle solite facce,
per lanciare il segnale di essere ancora in vita e per mantenere nodi di
simpatia con quella decina di persone per cui vale la pena venire. Ma
quest'anno la festa si intreccia con un'attualità infuocata. Il nuovo governo.
Le aspettative. I timori.