In un periodo storico come questo dove, in nome di
qualche dio a caso, si sgozzano vignettisti, ci si fa esplodere negli autobus,
si decapitano "stranieri", parlare di temi relazionati con la
spiritualità sembra come stuzzicare una ferita infetta per semplice sadismo.
Forse non è un periodo straordinario: basta agitare bene la bibita frizzante
delle religioni ed escono fuori parole tipo "crociate",
"antisemitismo", "attacchi al gas nervino nelle
metropolitane". Vista così la questione, emerge lo stesso istinto di
difesa che nasce in Italia verso la politica: la politica è roba sporca, meglio
non metterci il naso. Si confonde una delle dimensioni più evolute dell'uomo,
l'amministrazione e l'immaginazione della cosa comune, con quattro poveracci
sporchi, loro sì, che scegliamo per realizzarla.