C'è poco da fare: è un concetto, uno steccato, un muro contro il quale un immigrato - perchè questo sono a Cuba - sbatte la testa in continuazione. L'essere straniero. Se non lo vivi sulla tua pelle non lo capisci. Oppure vai avanti ad ipotesi ed astrazioni. Se decidi di andare a vivere all'estero questo allegato te lo porti dentro come una malattia autoimmune. È una questione di abitudini diverse, di gusti diversi, di modi di decodificare gli altri e di essere decodificato, di modi di ridere, di modi di mangiare, di modi di amare.
lunedì 16 ottobre 2017
giovedì 12 ottobre 2017
lunedì 9 ottobre 2017
Ancora tu?
Di nuovo qui. Computer acceso, sigarette, totale
disordine nella mia stanza, una trentina di libri sulla mia destra, un Kindle,
un ombrello macchiato, uno scampolo di stoffa mal piegato, uno scatolone, due
materassi in verticale, una lastra di cartongesso, un cavalletto, un pacco di
carta igienica, una bici rotta, buste, un fornello, una scala, ma alla fine,
qui,
davanti a me, l'importante: lo spazio per questa tastiera, le mie dita, la voglia di
scrivere. In realtà, seppur con
un'incostanza terrificante, ci sono sempre stato. Intendo dire nei pressi di
questo blog, dalle parti di un diario di un viaggio che non è più un viaggio.
Nell'ultimo anno ho scritto qualcosa ma, tirando le somme, gli ultimi post
scritti con un impegno serio ed una cadenza regolare risalgono a quando? A un
anno e mezzo, due anni fa? Ok. In questo tempo non sono stato in un sottoscala
a piangere rivoltandomi in un lago di vomito ma ho tirato avanti.
martedì 21 marzo 2017
La Cuba di Alessandro Zarlatti
Unica data a Roma per parlare di Cuba, di attualità, di storia e di storie con uno scrittore che ha fatto di Cuba lo scenario per i propri racconti.
Vi aspettiamo
Vi aspettiamo
giovedì 12 gennaio 2017
Mentre corri
La
tua mezz'ora, due volte a settimana se non vince la pigrizia, pare faccia molto
bene al cuore. Dicono così, al cuore soprattutto ma anche al resto, alle ossa,
alla testa, al sangue. La tua mezz'ora sudata, che certe volte passa in un
attimo, mentre altre volte sei costretto a spezzettarla in frammenti
agonizzanti per comporla. Mezz'ora. Da quasi cinque anni all'Avana. Il tuo
ritmo lentissimo a causa del quale tutti ti superano e ti umiliano, i giovani
ovviamente, ma anche le donne, tutti, la tua musica nelle orecchie, il vento
caldo.
mercoledì 28 dicembre 2016
Fantasmi
C'era il mare dietro al buio della Playita de 16 e in mezzo sagome di persone che passavano come fantasmi tra la terra e il
cielo. Tra ciò che restava della terra e ciò che restava del cielo. Giovanni e
Daisy avevano preso un tavolo appartato nel ristorante 7 dias che si affacciava proprio su questo panorama soltanto
intuito e intuivano le onde e le maree e la sensazione della risacca sulla
pelle, quella che ti sposta appena ma ti avverte soltanto di ciò di cui sarebbe
capace.
lunedì 5 dicembre 2016
Il mio Fidel
Pioveva. Per meglio dire: piovigginava ieri sera. Nonostante questo, con
Emanuele avevamo deciso di andare a bere qualcosa in un locale vicino a
Linea. Chiacchiere tranquille. Birra. Cicartici. Perché intorno ai
cinquant'anni parli di cicatrici e dei cerotti che metti. Poco altro. La
mattina ero andato con Yeislany a ritirare la nostra sentenza di
divorzio. Due amici io e lei. Poi le avevo detto di tenere lei quei
fogli perchè il mio zaino era pieno di olio. I miei soliti casini. Moto
mezza rotta, lasciamo perdere.
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