venerdì 17 aprile 2020
mercoledì 25 marzo 2020
Capitolo 53
Oggi
compio 53 anni. Mia madre in videochiamata mi racconta che sono nato alle tre e
un quarto del mattino. Mi dice che non è sicura, che tutti e tre noi fratelli
siamo nati a e un quarto. Oggi va a controllare nei suoi diari e poi mi fa
sapere. Mia madre ha scritto diari. Nel corso degli anni me ne ha letto
spezzoni, quelli che lasciava circolare malvolentieri durante le feste
comandate o i compleanni. Li leggerò mai per intero?
sabato 21 marzo 2020
Attendere, prego...
Parlavo
ieri con Alessio, un amico che vive qui all'Avana da molti anni, e ci
scambiavamo impressioni e paure sulla situazione. Cuba ha chiuso le frontiere
ed era quello che doveva fare, ora non ci resta che attendere. Attendere.
Questo soltanto dobbiamo fare adesso: aspettare. Mi diceva "perchè non
scrivi qualcosa su questa attesa?", io gli rispondevo che ero parecchio
scoglionato, che non ne avevo voglia. Stamattina continuo a non averla la
voglia. Ma ci penso all'attesa.
mercoledì 18 marzo 2020
Essere e tempo
Non ho voglia di scrivere. Nessuna. Giro
intorno al mio computer come si gira intorno a un mucchio di panni da stirare,
a un pavimento zozzo, a una merda da raccogliere. Eppure avrei tempo. Quel
tempo che corteggio sempre con le mie lagne, quello che perdo, in quel
maledetto altrove in cui vivo e in cui recito di disperarmi. Ecco, ora ce l'ho.
Sta qui. Niente di meglio che una bella epidemia per non avere distrazioni.
venerdì 29 novembre 2019
In ricordo di Franco Cardellino
Oggi,
venerdì 29 novembre mi trovo a parlare di Franco Cardellino al passato, a
ricordarlo, a denunciare la sua perdita e mi sembra assurdo. Ieri ho trascorso
la sera alla funeraria di Santos Suarez in quello strano rituale del velorio
cubano ad un morto. Passavano persone, amici, parenti, conoscenti, curiosi. In
altre sale la gente si ubriacava, gridava, passavano donne con un velo bianco
sulla testa perché non gli "entrasse il morto". Frasi smozzicate sui
fatti, frammenti di un racconto orrendo e irripetibile.
sabato 16 novembre 2019
Felicidades mi Habana (ESP)
Solo pensar dejar
este país siento una melancolía africana por dentro. Hoy, corriendo por Quinta
avenida trataba, aunque sea de bajar mis récords negativos de siempre. Trataba
correr un minuto más, unos treinta segundos, arrancar a esa atmósfera pegajosa
que tenía alrededor, un respiro decente. Sentía dolores en todo el cuerpo.
Auguri Avana mia
Anche
solo pensando di lasciare questo paese sento uno struggimento africano dentro.
Oggi, correndo per Quinta avenida, cercavo, se non altro, di non abbassare i
miei record negativi di sempre. Cercavo di correre quel minuto in più, quei
trenta secondi, strappare all'atmosfera stoppacciosa che avevo intorno un
respiro decente. Sentivo dolori dovunque. Nel costato, il mio perenne infarto,
nel ginocchio, la mia menomazione, nella testa, il mio ictus, nel cuore, nel
centro esatto del cuore, come fossi perseguitato da un tiratore scelto, il mio
solito rivoltarmi nel passato, nel futuro possibile che non è mai stato, nei
luoghi che appena li guardi di sbieco ti parlano come comari dai buoni
riflessi.
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