C'era il mare dietro al buio della Playita de 16 e in mezzo sagome di persone che passavano come fantasmi tra la terra e il
cielo. Tra ciò che restava della terra e ciò che restava del cielo. Giovanni e
Daisy avevano preso un tavolo appartato nel ristorante 7 dias che si affacciava proprio su questo panorama soltanto
intuito e intuivano le onde e le maree e la sensazione della risacca sulla
pelle, quella che ti sposta appena ma ti avverte soltanto di ciò di cui sarebbe
capace.
mercoledì 28 dicembre 2016
lunedì 5 dicembre 2016
Il mio Fidel
Pioveva. Per meglio dire: piovigginava ieri sera. Nonostante questo, con
Emanuele avevamo deciso di andare a bere qualcosa in un locale vicino a
Linea. Chiacchiere tranquille. Birra. Cicartici. Perché intorno ai
cinquant'anni parli di cicatrici e dei cerotti che metti. Poco altro. La
mattina ero andato con Yeislany a ritirare la nostra sentenza di
divorzio. Due amici io e lei. Poi le avevo detto di tenere lei quei
fogli perchè il mio zaino era pieno di olio. I miei soliti casini. Moto
mezza rotta, lasciamo perdere.
martedì 1 marzo 2016
La Regla di Nico
Qualche
giorno fa sono andato nel quartiere di Regla. Si tratta di un quartiere storico
e popolare che mi ha sempre incuriosito. Mi ha sempre incuriosito la sua
posizione che è come quella di una vecchia che guarda dal balcone quello che
succede nel palazzo di fronte. Regla si trova sul lato opposto del canale che
costeggia L'avana Vecchia ed è raggiungibile con la famigerata "lanchita
de Regla" una zatterona a motore che parte dall'Avenida del Puerto e
arriva (se arriva) nel cuore di quel quartiere. Se non sbagliate imbarcazione e
finite ad attraccare al Monumento del Cristo e quindi siete costretti a
ripartire dal via sprecando quasi un'ora (come è successo allo scrivente con la
testa chissà dove), in una decina di minuti siete dall'altra parte. L'occasione
era una visita a Nico.
venerdì 26 febbraio 2016
domenica 7 febbraio 2016
Intervista a Luis Ernesto Doñas
Laureato presso l’ISA (Instituto
Superior de Arte) de L’Avana in Media audiovisivi e Regia filmica.
Dopo varie collaborazioni in lungometraggi di importanti autori come Enrique Pineda Barnet, Carlos Lechuga e Jorge Luis Sánchez, realizza documentari, clip di video-danza e cortometraggi di fiction, fra cui OSLO che gli ha fatto ottenere numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Di recente ha co-diretto l’opera teatrale BENT.
Dopo varie collaborazioni in lungometraggi di importanti autori come Enrique Pineda Barnet, Carlos Lechuga e Jorge Luis Sánchez, realizza documentari, clip di video-danza e cortometraggi di fiction, fra cui OSLO che gli ha fatto ottenere numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Di recente ha co-diretto l’opera teatrale BENT.
Nel 2015 è stato il regista
dell’allestimento dell’ALCINA di Handel per il Teatro Lirico Nazionale di Cuba,
nel quale ha immesso un nuovo modo di produrre l’opera lirica, e in particolare
l’opera barocca, innovando nel campo dell’interpretazione e della recitazione.
Innamorato dell’Italia, e in particolare di Roma dove ha studiato per 7 anni, ma
anche di Taormina, Trieste e di ogni città sul mare, sta ora scrivendo il suo
primo lungometraggio, Esencia Habana, su uno dei primi bar a permettere
spettacoli di travestiti.
Gli rivolgiamo le canoniche 5 domande
più una.
sabato 23 gennaio 2016
Punto di vista
Ho un'oretta per scrivere
qualcosa e quindi scrivo. Il bello all'Avana ha avuto un rallentamento
preoccupante in questi ultimi mesi, ha perso il ritmo come un ballerino demotivato.
E qualcuno mi domanda: "chiude i battenti?".
Non lo so. Forse diventerà una cosa più grande. Forse più piccola. Forse
niente. Non ho idea. Invece so che la sua intermittenza mi piace. Mi piace
scrivere quando ne ho voglia. Quando ho qualcosa da dire, quando ho tempo e
soprattutto quando tira il vento giusto. Nasce su una promessa di irregolarità,
di parzialità, di umori, e le dichiarazioni di intenti, come i peccati
originali, sono importanti.
domenica 29 novembre 2015
Settimana della cultura italiana e il fisarmonicista Marco Lo Russo
Come
sta il blog? Bene, grazie. In realtà sembra svenuto ma è in una specie di
letargo, un letargo di quelli buoni. Sta per nascere dalle sue ceneri (?)
qualcosa di nuovo e di più grande. Riunioni febbrili e incontri vari stanno
componendo una squadra forte e compatta. A breve ne parleremo anche qui.
Intanto, rompo momentaneamente questo silenzio terrificante per una valida
ragione. Proprio ieri, 28 novembre 2015, si è chiusa la settimana della cultura
italiana a Cuba e nascono inevitabilmente molte riflessioni. Si sono alternati
eventi più o meno riusciti, proposte più o meno invitanti, a rappresentare la
cultura del nostro paese. Come sempre c'è a monte una questione di soldi, a
quanto pare, soldi che non ci sono. In un clima di totale austerità sembra un miracolo
aver portato Uto Ughi ed altri artisti di prima fascia. Certo, fa un po' di
rabbia sapere che altri paesi, assolutamente più modesti culturalmente del
nostro, possono contare su budget notevolmente più alti portando a Cuba
illustri sconosciuti.
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